"La Casa degli strani" è un almanacco pubblicato da Aska Edizioni che sarà in libreria dal mese di novembre.
Contemporaneamente al libro il nostro progetto - promosso dall’Associazione Il Giardino e dal Circolo Letterario Semmelweis e realizzato con il contributo dell’Assessorato alla cultura del Comune di Figline e Incisa Valdarno - prevede una serie di incontri (otto, per la precisione, tra ottobre 2019 e maggio 2020) in cui verranno analizzate opere di contemporanei e di scrittori che in passato hanno, oltre alla trama, tentato strade espressive originali, sulle quali ancora vale la pena di soffermarsi, discutere, trovare accostamenti con il presente in cui viviamo.
Introduzione di Angelo Astrali all'Almanacco ed al progetto di lettura :
Certo che con quello ‘strani’ inserito nel titolo, il progetto può contenere tutto e il contrario si tutto. In una ‘casa’ poi, … dove in poche stanze si affollano, oltre alle persone, anche una marea di oggetti che possono trasformarsi in mostri e/o farfalle. Non è strana invece - e faccio un solo esempio, ma potrei continuare all’infinito - una persona che si copre il corpo di tatuaggi; quando l’eccentricità diventa prassi, come in questo caso, nessuno più si meraviglia, resta solo il bisogno di conquistare visibilità. Al netto di varie considerazioni anche psicologiche che questa mia affermazione potrebbe suscitare, cerco di spiegare meglio il pensiero con un’allegoria, un po’ come si esprimevano nel Medioevo, che è considerato l’epoca dove il linguaggio visuale predominava su tutti gli altri. In definitiva una società molto più vicina alla nostra di quanto si possa sospettare: sono entrambi periodi di forte trasformazione, dove un mondo finisce e non riusciamo ad immaginare come continuare a convivere tra esseri umani in un sistema organizzato in comunità, e dove il divario tra poveri e ricchi, davvero così spropositato, paradossalmente acquista la dimensione di un’ingiustizia consapevolmente barbarica.
Andiamo avanti con questo gioco dell’allegoria:… ero nel reparto frutta di un supermercato e stavo scegliendo tra delle pesche ‘nettarine’ quelle che più giudicavo confacenti al mio gusto. Tutte bene in mostra, più o meno delle dimensioni di una palla da tennis. Lucide e così rotonde da sembrare fatte in serie. Tra le tante ammassate nei due contenitori sceglievo quelle che avevano delle screziature simili a felidi giallicce, che disturbavano esteticamente lo splendore rosso e uniforme dei frutti. A un certo punto, durante la selezione, da dietro le spalle mi ha raggiunto una frase minacciosa: “Mi stai prendendo le migliori!”. Mi sono voltato per capire se chi parlava si stesse rivolgendo proprio a me o se fosse solo una frase rivolta a una delle tante persone che circolavano nel reparto, presa per caso, … come a volte capita. Machi aveva parlato era una persona che conoscevo molto bene fin dai tempi della mia militanza politica nel PC e mi stava sorridendo. “È vero” gli ho detto, “scelgo sempre tra quelle picchiettate in questo strano modo”. “Anch’io preferisco le più brutte. Le altre - anche se belle a vedersi - non sanno di niente”. Ho annuito ridendo, mentre lui argomentava che la frutta sempre più spesso, anche se è così bella a vedersi,coltivata in Italia o all’estero, non aveva alcun sapore. Oramai, a forza di mangiarle, aveva appurato anche lui che le più brutte risultavano invece le più saporite. Erano poche le pesche in quelle condizioni estetiche discutibili, anche se la maggior parte delle persone sceglieva le altre.
In letteratura, facendo un paragone -anche se forzato, altrimenti non sarebbe un’allegoria -oggi accade la stessa cosa. Si pubblicano tanti romanzi, ma spesso il sapore di cui sono fatti lascia a dir poco perplessi. C’è in giro, soprattutto in Italia, una buona letteratura media, capace però di offrire sempre lo stesso orizzonte alla nostra immaginazione:che sia il noir, la fantascienza, il romanzo storico e/o psicologico, il romanzo che tratta argomenti di attualità in forma giornalistica, il più delle volte però, dopo la lettura, si finisce sempre per avere la sensazione di trovarci di fronte a qualcosa di ‘risolto’.
“La casa degli strani” è un progetto che in qualche modo tenta di spostare il punto di vista dall’autore all’opera, dall’opera al ruolo della letteratura in una società che si affaccia nel terzo millennio con una forma di schizofrenia destinata a privare il linguaggio scritto dei suoi significati più arcaici e profondi. Sta finendo un’epoca, lo sappiamo tutti, ma anche questo è stato immaginato in letteratura, già molto tempo fa. Il problema che vorremmo in qualche modo contrastare - forse contrastare non è la parola giusta ma insomma, ci siamo capiti – è questo meccanismo che considera l’autore come un prodotto alla stregua del libro che ha scritto. Nessuno nega che oggi in Italia si produca mediamente una buona letteratura, romanzi scritti bene, di facile lettura, dove l’unico impegno sta nella costruzione di una trama seducente che cattura l’attenzione di chi legge, ma è quell’idea di sforzo ossessivo a generare il prodotto a lasciarci un po’ perplessi. È come se stessimo tornando a un’idea di romanzo ottocentesco, spiluccare in quella sua autenticità lineare della trama, senza però abitarne il contesto culturale e sociale. I personaggi dei romanzi dell’Ottocento erano vivi, da qualunque punto si partiva a raccontare la storia si finiva sempre per chiudere il cerchio e per tornare indietro facendo il percorso esistenziale a ritroso, maturando un’esperienza a tutto tondo, oggi invece il raccontare sembra partire prima da un’idea, e se, e quando si incontra - ammesso che si incontri – la vita, c’è la sensazione che sia esclusivamente imprigionata in qualcosa di simbolico che giustifichi un certo lirismo, non si giunge più, da qualunque punto si parta, a chiudere il cerchio.
Ecco da dove prende vita l’idea di produrre un Almanacco. Abbiamo scelto per “La casa degli strani” autori di generazioni diverse proprio perché sia percepibile, in termini di cambiamento, la strada percorsa dalla narrativa italiana di almeno un secolo. Venti, ventuno autori non sono certo esaustivi nel rappresentare un periodo così lungo, ma il nostro è un punto di partenza, su cui ritornare nei prossimi anni. La cosa non vorremmo si esaurisse in questa prima edizione.
Che cos’è che consideriamo ‘strano’ allora? Tornando all’allegoria delle pesche ‘nettarine’, sicuramente una persona che vive fuori da certi cliché del comune pensare, ma anche quei lettori che non si aspettano di trovare in un libro delle conferme per ciò che sono diventati, e di analizzarlo per quello che è e vale in un contesto più ampio, dove tutto nasce da quel punto di vista sul mondo che è proprio della letteratura.
Angelo Australi
Il programma degli incontri:
Venerdì 18.10.2019 Biblioteca M. Ficino, Via V. Locchi 15, Figline ore 21:00
Claudio Piersanti converserà con Angelo Australi sul suo ultimo romanzo “La forza di gravità”
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Sabato 16.11.2019 Centro Sociale Il Giardino, giardino C. A. dalla Chiesa, Figline ore 17:30
Angelo Australi, Giuseppe Baldassarre, Fabio Flego, Giulia Mugnai, Sindaca del Comune di Figline e Incisa Valdarno presenteranno in anteprima l’uscita dell’Almanacco di racconti “La Casa degli Strani” (al termine dell’incontro è previsto un buffet offerto dal Centro Sociale Il Giardino).
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Venerdì 13.12.2019 Biblioteca Rovai, Via Ferruccio Parri, Incisa ore 17:30
Giuseppe Baldassarre e Leonello Rabatti converseranno su “L’Orlando innamorato”, il poema cavalleresco di Matteo Maria Boiardo raccontato in prosa da Gianni Celati.
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Venerdì 31.01.2020 Centro Sociale Il Giardino, giardino C. A. dalla Chiesa, Figline ore 17:00
Angelo Australi e Alessandro Franci converseranno sul romanzo “I Fannulloni della valle fertile” di Albert Cossery.
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Venerdì 28.02.2020 Biblioteca M. Ficino, Via V. Locchi 15, Figline ore 17:30
Giuseppe Baldassarre e Teresa Paladin converseranno sul racconto “Il viaggiatore incantato” di Nikolaj Leskov.
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Venerdì 27.03.2020 Biblioteca Rovai, Via Ferruccio Parri, Incisa ore 17:30
Fabio Flegociparlerà del “TristramShandy” di Laurence Sterne il romanzo che apre la strada a tutta la narrativa del Novecento.
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Venerdì 24.04.2020 Centro Sociale Il Giardino, giardino C. A. dalla Chiesa, Figlineore 17:00
Laura del Lama e Angelo Australi converseranno sul romanzo “Ragazza di nome Giulio” di Milena Milani.
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Venerdì 15.05.2020 Biblioteca Rovai, Via Ferruccio Parri, Incisa ore 17:30
Giuseppe Baldassarre e Teresa Paladinconverseranno sul romanzo “Non luogo a procedere” di Claudio Magris.
Per ulteriori informazioni consultare la segreteria del Centro Sociale al numero 055.9152063 dalle ore 16 alle 19, inviare una mail a: